Cristina Valle.
Ci accorgiamo spesso di un cambiamento tra una fase e l’altra della vita di noi donne perché, ad un certo punto compare un disturbo, una patologia.
Io vorrei porre l’attenzione sulla Salute, invece che sulla malattia. Su quel ponte tra una fase e l’altra che attraversiamo in silenzio, a volte per mesi o per anni senza accorgerci che stiamo lasciandoci alle spalle un luogo conosciuto e ci accingiamo a raggiungere un nuovo traguardo.
Questo viaggio verso un nuovo essere lo percorriamo come funambole, in bilico tra vecchi equilibri e nuove sfide che la vita e il nostro organismo ci offrono.
E cosa accade al nostro corpo? Quali sono i meccanismi fisiologici in queste lunghe e silenziose fasi di passaggio in cui mutiamo senza accorgercene? Mentre continuiamo a vivere, amare, lavorare, preoccuparci...
Come si organizza la Salute nel corso di queste fasi di transito, tenace ma silenziosa come l’erba del prato che cresce senza far rumore?
OGNI CICLO NUTRE IL SUCCESSIVO
Ogni donna è in transito tra una fase e l’altra della sua vita.
È una vita di transizione la nostra: è un ciclo in cui ogni passaggio nutre il successivo.
È molto importante prendere coscienza di questo fatto che noi donne viviamo sul nostro corpo con più o meno naturalezza, per tutta la vita.
Il corpo femminile infatti è in costante fluire attraverso i cicli mestruali, le fasi ormonali, le esperienze di gravidanza, le mancate gravidanze e poi la menopausa.
Spesso noi donne, appesantite da schemi sociali, aspettative, impegni o malattie non risolte possiamo perdere di vista il nostro benessere e dimenticare di prenderci cura di noi stesse.
La nostra attitudine materna e accudente può portarci a un esaurimento e a un depauperamento fisico e psichico se non prendiamo la sana abitudine di riservare per noi stesse del tempo e dello spazio per ricaricarci.
Il fatto di prenderci cura di noi stesse non è un lusso da vivere con senso di colpa ma una vera e propria necessità fisiologica. È vero che in quanto donne abbiamo la naturale tendenza ad occuparci del prossimo, ma se si dà senza prima nutrire se stessi a poco a poco non si avrà più nulla da dare e si accumuleranno anche rabbia, frustrazione dolori e disfunzioni.
Nella vita può succedere che ci sia richiesto per un periodo uno sforzo, prolungato come assistere un genitore anziano ammalato, per esempio. In questi casi è necessario avere una sorta di riserva di cura: per questo occorre pensarci per tempo dedicando un piccolo spazio quotidiano a noi stesse, per fare yoga, meditare o respirare, solo per fare alcuni esempi pratici.
Dal momento che la natura femminile è ricettiva e predisposta all’accogliere e al donarsi, un lavoro sull’allungamento e sull’espansione del respiro può aiutare a ottimizzare la nostra energia vitale, diventare più consapevoli e a sprecare meno energie nel corso delle varie fasi della nostra vita.
Il fatto di controllare il flusso oscillatorio del respiro ci aiuta anche a gestire meglio una delle caratteristiche fondamentali femminili: la variabilità ormonale. Lavorare sul respiro aiuta a diminuire la variabilità emotiva che può esser causa di scompensi e disagi.
Il diaframma toracico è il nostro principale muscolo respiratorio e insieme al diaframma pelvico e a quello della gola influenzano la qualità del respiro oltre ad influenzarsi a vicenda.
Comprendere che ogni funzione del nostro organismo è connessa a un’altra ci chiarisce meglio i nostri meccanismi fisiologici e, soprattutto, ci fa prendere coscienza del fatto che noi possiamo migliorare la nostra salute con i nostri atteggiamenti e al nostro approccio alla vita.
La consapevolezza che la vita è un ciclo e che ogni passaggio nutre il successivo non è solo un concetto teorico. Il passato serve a migliorare il presente e a costruire un futuro degno di essere vissuto; accettarlo significa vivere una vita felice e soddisfacente.
Il trucco consiste nel camminare insieme ai cambiamenti.
Questo è possibile tanto più ci conosciamo, tanto più abbiamo abbiamo coscienza e conoscenza dei piccoli e grandi mutamenti fisiologici e in che modo trarre frutto da questi, nel quotidiano.
Questo implica senz’altro un grande lavoro su noi stesse, liberandoci in primo luogo delle aspettative e vivendo il presente imparando a conoscere i limiti e i punti forti della fase di età che stiamo attraversando, invece di corrispondere faticosamente ad un immagine di noi stesse che magari era vera in passato ma non più corrispondente alla realtà di oggi.
Anche fare rete con le altre donne è importante. Condividere le fragilità e le difficoltà significa apprezzare il nostro valore e quello delle altre. Donne con le quali diventare amiche e alleate, con cui schierarci e collaborare e dalle quali trarre anche, perché no, ispirazione.
Si sa che per chi vive un momento di disagio, sia esso fisico o mentale, isolarsi peggiora notevolmente il suo stato. Solitudine e chiusura immobilizzano mentre condividere, socializzare, uscire da noi stesse per andare verso gli altri comporta un’elasticità ed un adattamento che donano benessere. Movimento è vita e anche la salute di una persona varia costantemente, è in continuo mutamento.
Prendendo in prestito un concetto dalla biologia, il concetto di allostasi, si può dire che più si è in grado di muoversi, di cambiare, più si è in salute.
Allostasi significa rimanere stabile, variando. Un concetto che presuppone adattamento e capacità di restare in uno stato di “equilibrio dinamico”.
Portare questa idea teorica nella vita pratica di noi donne cosa significa? Non significa altro che stare bene in tutte le nostre varie fasi e sentirsi a proprio agio nel seguire il ritmo che cambia, facendo corrispondere il più possibile al cambiamento fisico quello emotivo e mentale.
Ecco perché il fatto di accorgerci dei cambiamenti tra una fase e l’altra della vita può aiutarci a prevenire i disturbi e le patologie dovute perlopiù a una mancanza di comunicazione tra le varie parti che regolano la salute del nostro organismo. Queste sono la parte neurovegetativa, vasomotoria, emotiva e ormonale e quando sono in armonia tra loro il risultato è che la nostra fisiologia è a disagio zero. In altre parole, stiamo bene.
Omeostasi e allostasi sono due meccanismi che il corpo mette già in atto senza che ce ne rendiamo consapevolmente conto.
Il meccanismo omeostatico regola in maniera più immediata e meccanica. Ad esempio, se il nostro corpo è disidratato l’immediata soluzione omeostatica è quella di far produrre meno urina ai reni per conservare l’acqua. Nella soluzione allostatica invece il cervello dice ai reni di fare il loro lavoro, invia segnali per far ritirare l’acqua da parti del corpo come pelle, naso e bocca da cui evapora più facilmente e ci fa venire sete.
Nell’allostasi quindi, è il cervello che coordina i cambiamenti del corpo che spesso includono anche modifiche comportamentali.
Se io però sento lo stimolo della sete ma lo ignoro dal momento che sono seduto davanti al computer e non mi voglio alzare dalla sedia perché ho un importantissimo lavoro da fare, significa che non sto ascoltando un mio bisogno fondamentale e non sto nemmeno agevolando la risposta allostatica del mio organismo che mira a prevenire un problema che si presenterà sicuramente più tardi (meno idratazione nel mio corpo e tutte le conseguenze che uno scarso apporto di acqua comporta).
L’aspetto interessante del sistema allostatico è che lavora in anticipazione. Per questo è cosi importante comprendere innanzitutto i meccanismi corporei, utilizzare l’ascolto di sé e poi favorire i cambiamenti allostatici in prevenzione di qualcosa che si modificherà.
Questo è vero per qualsiasi momento della nostra vita quotidiana ma in particolar modo nei nostri momenti “critici” di cambiamento. Periodi che possono durare mesi o anni.
il concetto di allostasi in genere è utile nei casi di stress e nelle situazioni di emergenza. Ma stressor è anche qualsiasi elemento del mondo esterno che fa perdere all’organismo il suo equilibrio allostatico. Ogni cambiamento è uno stress per l’organismo. Per questo motivo “essere in salute” significa stare dietro ai cambiamenti anziché ostacolarli. E per agevolarli e facilitarli è utile conoscerli e conoscerci.
Riassumendo nelle fasi di cambiamento è utile:
1) conoscersi e comprendere i meccanismi corporei con lo studio e l’ascolto di sé.
2) giocare d’anticipo, compiendo cambiamenti allostatici in anticipazione di qualcosa che sicuramente si modificherà allo scopo di mantenersi in salute.
3) accettazione degli inevitabili cambiamenti che il nostro corpo avrà comunque.
4) nutrire l’anima che non ha età e mantenersi aperti e curiosi verso le novità che ogni fase di età ci offre.
Cristina Valle, osteopata DOmroi, yoga teacher.