Il parto è un’esperienza meravigliosa, è uno dei momenti più belli della Vita!
Anzi, la Nascita È il Momento, è quando inizia tutto!
Come ginecologo ho assistito alla nascita di molti bambine e bambini. Il momento del primo respiro è un attimo magico e speciale. Sacro, direi!
La stanza si riempie di una luce e di una energia così silenziosa e così intensa che non è possibile descrivere a parole!
Questo avviene sempre e comunque, quando mamma e neonato stanno bene.
Ancora oggi, partorire è impegnativo e alcune possibili complicanze del travaglio e del parto non si possono prevedere. Per questo il personale che assiste alla nascita è particolarmente attento ai segnali di pericolo, e in generale, poco incline alla poesia ...
Talvolta, però, la preoccupazione delle possibili difficoltà sembra maggiore rispetto all’attenzione e alla protezione del vissuto della mamma!
Come possiamo rendere più tranquilla la donna che partorisce e più sicuro l’andamento del travaglio?
Adesso possiamo disporre di un test e di uno strumento che sono in grado di fare uno screening della possibilità di avere una ottima qualità del parto.
Già a partire dai primi mesi di gravidanza, è possibile VALUTARE e MISURARE la capacità delle ossa del bacino di lasciare lo spazio per il passaggio verso la Nascita.
E, qualora le ossa pelviche risultassero troppo strette per il passaggio del bambino, siamo in tempo per proporre le terapie adeguate prima del travaglio!
Ma andiamo per ordine.
La nascita ed il parto sono due processi dinamici, che si preparano, evolvono e si concludono in un determinato periodo di tempo.
La bambina (o il bambino) cerca e trova la giusta posizione e il giusto equilibrio tra inclinazione e flessione della testa per progredire attraverso il cosiddetto “canale del parto”.
I tessuti materni hanno il compito di concludere adeguatamente le modificazioni che erano iniziate dieci mesi lunari prima con il concepimento.
L’ormone Relaxina ha il compito di rendere il connettivo dei legamenti articolari del bacino materno più lasso attraverso l’attivazione della collagenasi. Le articolazioni pelviche risultano più mobili e flessibili. Mentre per le articolazioni extra-pelviche del corpo questo meccanismo non sembrerebbe così significativo.
Anche i tendini vanno incontro a una modificazione simile della loro fisiologia e consistenza. La Relaxina influenza, infatti, il turn-over della matrice extra-cellulare e la degradazione del collagene, aumentando la “liquidità” dei tessuti.
Anche il connettivo della cervice uterina viene ad essere modificato, preparando così le condizioni per potersi aprire, dilatare e quindi per il parto.
Ma se questo meccanismo subisce degli intoppi?
Risultato: più la densità tessutale sarà elevata, meno le articolazioni pelviche saranno mobili, e di conseguenza più difficile sarà il parto.
Dicevamo che il parto è un processo dinamico. I tessuti si modificano, diventano più elastici per lasciare passare il bambino durante la nascita.
Secondo gli autori ostetrici inglesi, 3+2 sono i fattori “P” del parto. Elenchiamoli in ordine di priorità come responsabilità nella fisiologia del travaglio.
- Passage (dimensione, morfologia e mobilità del canale del parto: ossa e tessuti molli)
- Power (la forza: contrazioni uterine)
- Passanger (il feto: dimensioni, forma dell’estremo cefalico, presentazione e posizione)
- Pain (il dolore e le modalità della donna di sperimentarlo e viverlo)
- Psyche (lo stato emozionale della partoriente).
Per “canale del parto” (Passage) si intende i tessuti che formano il canale all’interno del quale dobbiamo passare per venire alla luce.
Il canale del parto è costituito dall’interno verso l’esterno da componenti viscerali, muscolari, legamentose-fasciali e ossee.
Come in una meravigliosa danza della Vita, lo spazio pelvico si apre partendo dall’esterno, cioè dai tessuti fasciali e articolari.
Per cui diventa importantissima la valutazione della mobilità delle ossa e delle articolazioni del bacino.
Semplificando: se la “porta” di uscita non si apre prima che il bambino inizi la discesa, è logico che le contrazioni saranno più intense e dolorose e il bambino avrà difficoltà a trovare la strada e la mamma proverà sofferenza e dolore.
Secondo l’embriologo tedesco Erich Blechschmidt, i processi biologici della Vita che Nasce avvengono all’interno di uno spazio tessutale che procede e si accresce dall’esterno verso l’interno.
Questo meccanismo fisiologico dei tessuti e delle cellule inizia con il concepimento e rimane costante per tutto il corso della nostra vita.
Prima che si formi l’embrione, si forma la camera placentare che aumenta le sue dimensioni molto più velocemente dell’embrione stesso: prima aumenta di volume la camera, poi può crescere l’embrione.
Poi, perché il feto cresca, occorre che l’utero diventi meno rigido e si possa espandere agevolmente. Perché l’utero possa aumentare di volume, occorre che gli organi addominali e l’ambiente addomino-peritoneale lascino lo spazio necessario alla crescita verticale dell’utero stesso.
Al momento del parto, dunque, prima che la testolina della bambina possa scendere nel canale del parto, occorre che la cervice uterina si dilati grazie alle contrazioni miometriali dell’utero, stimolate dall’ossitocina materna.
Ma perché la cervice si possa dilatare e le contrazioni possano essere efficaci, è necessario che lo spazio pelvico delimitato dalle ossa si ampli, diventi più elastico e possa essere più mobile.
Semplificando, dal punto di vista del processo del parto, il bacino mostra una parte anteriore, che funge da “perno” del movimento della flessione della testa durante la fase espulsiva (il pube), e una porzione posteriore più importante (le articolazioni sacro-iliache e la giunzione lombo-sacrale) attraverso la quale la testa discende all’inizio durante la fase dilatante mentre il collo dell’utero (cervice uterina) si dilata progressivamente.
Lo spazio posteriore della pelvi deve aprirsi per permettere l’inizio e la prima fase del parto, e quindi preparare la successiva fase espulsiva. Nella prima fase della discesa e dilatazione, la testolina si prepara anche per ruotare e impegnarsi definitivamente nel canale del parto.
Solitamente si pensa che la fase del parto più importante sia la fase espulsiva! Invece questa è più breve della fase dilatante. È la prima fase (la fase dilatante) ad essere la più lunga e impegnativa, e quindi quella che deve essere più accuratamente preparata. Durante la dilatazione cervicale avviene la discesa e il confronto tra la testolina e i tessuti materni, che preparano la qualità della fase espulsiva.
Dicevamo, dunque, che durante i prodromi del travaglio e la fase dilatante, il sacro deve essere libero pe mobile per compiere il movimento che viene denominato “contro-nutazione”: le basi sacrali si portano indietro mentre le ali iliache si allargano lasciandogli lo spazio necessario.
Il promontorio sacrale aveva chiuso posteriormente per tutta la gravidanza il passaggio lombo-pelvico interno, ora diventa meno prominente per poter lasciare scivolare la testolina verso il basso.
Questo meccanismo rende possibile l’adattamento della testa fetale alla forma del bacino materno.
Si capisce bene, quindi, come la sincronia armonica della interrelazione tra testa fetale, contrazioni uterine e tessuti del canale del parto è orchestrata primariamente dallo spazio formato dal canale osseo.
Torniamo per un attimo ai cinque fattori del parto che sono:
- Passage (dimensione, morfologia e mobilità del canale del parto: ossa e tessuti molli)
- Power (la forza: contrazioni uterine)
- Passanger (il feto: dimensioni, forma dell’estremo cefalico, presentazione e posizione)
- Pain (il dolore e le modalità della donna di sperimentarlo e viverlo)
- Psyche (lo stato emozionale della partoriente).
Dalle corrette e opportune modificazioni del primo fattore, consegue la qualità di tutti gli altri.
Se il passaggio è libero, le contrazioni sono più efficaci e percepite con minore dolore. I tessuti materni oppongono meno resistenza alla forza delle contrazioni.
La parte presentata fetale si ingaggia più facilmente all’interno del canale del parto e progredisce più velocemente. La testa fetale e la pressione esercitata sui tessuti molle della pelvi potrebbero contribuire alla mobilità della pelvi stessa.
Il dolore percepito e lo stato emotivo conseguente saranno ben gestibili e non si dovrà soltanto combattere o resistere al dolore sperando che il tempo passi velocemente. Ci sarà calore e spazio anche per godersi l’esperienza del parto e il contatto con il bambino.
Le misure pelviche che possono essere misurate fanno parte della pelvimetria esterna classica. I diametri della losanga sacrale di Michaelis sono il centro da cui iniziare la valutazione della pelvi materna.
Il diametro e l’emi-diametro longitudinale rimandano alla qualità del movimento del promontorio sacrale. Il diametro trasversale, che è definito dalle due spine iliache posteriori superiori, sottende lo spazio adatto per la contro-nutazione del sacro.
Oltre a queste misurazioni, saranno utilizzabili anche ulteriori parametri che completeranno il quadro generale statico e dinamico della pelvi.
Infatti, il test che verrà utilizzato sarà il Dynamic External Pelvimetry Test (o DEP-test): un test che attraverso il movimento posturale misura la capacità della pelvi di lasciare liberi gli spazi interni del canale del parto.
Lo strumento di misura è stato denominato dal Ministero “Indicatore Digitale di Distanza” (o in acronimo anglosassone DDI “Digital Distance Indicator”). Esso è uno strumento medicale diagnostico brevettato con marchio CE, prodotto dalla ditta Metrica di Milano (Italia, EU), progettato ad hoc per trasformare le nostre mani in strumenti di precisione.
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Il corso, che consiste in materiale scientifico pubblicato e recensita da Pubmed, ti darà le basi teoriche e pratiche per la valutazione e la misurazione dei diametri pelvici.
Le misure di ogni diametro saranno importanti per la tua valutazione della simmetria del bacino materno e per poter verificare nel tempo i progressi del tuo trattamento.
Il DEP test è una delle modalità utilizzabili per osservare la pelvi. Ma in più regala la possibilità di avere una misura quantitativa, in millimetri, che è più semplice da comunicare alle pazienti, ma anche agli altri professionisti che si occupano di avere in cura la gravidanza.
Ma una cosa rende il metodo unico nel suo genere: è in grado di soddisfare la più importante delle informazioni che un Operatore della Salute necessita di conoscere riguardo alla gravidanza.
A partire da un campione di quasi 500 gravidanze, seguite fino a dopo il parto, è stato presentato uno studio osservazionale al 18° Congresso Mondiale di Medicina Perinatale, svoltosi ad Istanbul nell’Aprile 2021.
Il DEP test è in grado di predire la possibilità del parto naturale con una accuratezza del 95%!
L’importanza del test come metodo di screening diagnostico è importante, ma ancora più importante è sapere con largo anticipo, prima dell’inizio del travaglio, come la pelvi sarà in grado di modificarsi efficacemente per la nascita!
Qualora non lo fosse adeguatamente, come Professionisti della Salute saremo in grado di attivare tutte le nostre competenze e risorse per far sì che i tessuti e le articolazioni recuperino e mantengano le loro capacità funzionali.
E saremo anche in grado di verificarlo con una misurazione oggettiva! Questa misurazione, insieme alla valutazione posturale della forma dell’area sacrale romboidale di Michaelis, è uno strumento aggiuntivo per infondere Fiducia nelle capacità intrinseche dell’organismo materno.
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Marco Siccardi
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